Vaccini, il grido d’aiuto delle famiglie dei disabili "Si muova la Regione"

Stefano Tortini Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna e della Federazione associazioni nazionali disabili (Fand), si è rivolto al commissario nazionale Domenico Arcuri chiedendo che le persone fragili vengano tutelate al pari degli anziani: anche a loro il siero insieme agli over 80, ricevendo rassicurazioni in merito. «Un provvedimento ancora non c’è - spiega Tortini- e lo slittamento generale dell’arrivo dei vaccini ci ha gettato nell’angoscia. I non vedenti non possono tenere la distanza, hanno bisogno di accompagnamento, aiuto, assistenza. Per questo noi chiediamo i vaccini per loro, per gli operatori dei centri e per i familiari che devono assisterli.

A seguire il testo dell’articolo apparso su La Repubblica a firma di Eleonora Capelli:

Vaccini, il grido d’aiuto delle famiglie dei disabili "Si muova la Regione"

I nostri ragazzi fragili vanno tutelati, anche a loro il siero insieme agli over 80. La mobilitazione dopo la morte per Covid di un ventenne con gravi patologie.

« Abbiamo bussato a tutte le porte, adesso la Regione ci deve aiutare. I disabili hanno bisogno di essere vaccinati assieme agli over 80, rischiano tantissimo e non sappiamo più come proteggerli, non possiamo aspettare ». Giuliana Gaspari, presidente della federazione per il superamento dell’handicap ( Fish), è la mamma di una ragazza down e ormai ha scritto lettere a tutti, in viale Aldo Moro. « Non sappiamo più come fare a spiegarlo, ci sono persone fragili da tutelare - dice -, mia figlia ha compiuto 50 anni, ha fatto un intervento al cuore, ha il diabete, problemi di circolazione. Se verrà ricoverata in ospedale, non c’è un protocollo ad hoc, posso solo sperare che mi permettano di assisterla perché da sola non se la caverebbe. È il nostro terrore, non reggeremo così fino a giugno » . La morte qualche settimana fa a Bologna di un ragazzo di 20 anni con gravi patologie ha sottolineato l’urgenza di intervenire per persone che hanno continuo bisogno di assistenza: a volte sono ospitate in strutture simili alle Cra, faticano a usare mascherine e gel, sono sempre fisicamente a contatto con i loro "care giver", cioè assistenti e operatori. « Io ho la distrofia muscolare genetica, una malattia che indebolisce i muscoli - spiega Alice Greco, 31 anni - e questo comporta l’uso della carrozzina, ma anche del respiratore. Mettere la mascherina significa avere sempre l’impressione di soffocare, ma non farlo ci espone a un rischio terribile. Noi non potremmo superare questa malattia, io devo essere aiutata anche a scendere dal letto, non posso evitare i contatti. Vado all’ospedale per le visite e la fisioterapia, non posso non farlo. Chiedo di essere vaccinata per tornare a respirare».

In Emilia-Romagna ci sono 19 mila persone con disabilità gravi e gravissime, assistite grazie alla rete dei servizi socio- sanitari. Oltre 16 mila frequentano centri diurni, circa 2.700 sono in strutture residenziali, di cui 1.100 sono gruppi appartamento e case famiglia. Convivere con il Covid per loro è molto più difficile che per chiunque altro. « A una persona cieca o ipovedente serve sempre un contatto - spiega Salvatore Romano dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti -, spesso dobbiamo essere accompagnati e presi sottobraccio. Siamo costretti a toccare le cose attorno a noi. Non abbiamo gli strumenti per controllare le distanze, non sappiamo se una persona si trova a due metri o a cinque centimetri da noi. Abbiamo passato un anno terribile, doppiamente reclusi in casa, vittime due volte delle nostre disabilità. Adesso chiediamo di essere vaccinati e speriamo nella Regione».

Al commissario nazionale Domenico Arcuri si è rivolto Stefano Tortini della Federazione associazioni nazionali disabili (Fand), ricevendo rassicurazioni. «Però un provvedimento ancora non c’è - spiega - e lo slittamento generale dell’arrivo dei vaccini ci ha gettato nell’angoscia. I disabili non possono tenere la distanza, hanno bisogno di accompagnamento, aiuto, assistenza. Per questo noi chiediamo i vaccini per loro, per gli operatori dei centri e per i familiari che devono assisterli. Qui siamo sul filo del rasoio». Dal consiglio regionale è anche partita un’interrogazione a firma di Stefania Bondavalli, della lista Bonaccini presidente, che ha chiesto di equiparare gli utenti disabili a quelli delle Cra per anziani, in modo da rendere possibile quanto prima la somministrazione del vaccino, con i prossimi arrivi delle fiale.