Incontro con il Presidente della Repubblica
Incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Giovedì 3 Dicembre 2015 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato al Quirinale una delegazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità - IAPB Italia. Ecco il suo discorso: "Cari amici non vedenti e ipovedenti e tante persone che sono qui con voi a voi legate da un rapporto di amicizia e di collaborazione. Benvenuti al Quirinale. E' davvero un piacere incontrarvi e vi ringrazio di essere qui, così numerosi. Oggi è' la giornata internazionale della disabilità, ma sottolineo anch'io che non può essere solo oggi l'occasione in cui si parla dei portatori di disabilità o, solo il 13 dicembre, l'occasione in cui si parla dei non vedenti o degli ipovedenti. Queste sono giornate che sottolineano un impegno e attenzione che deve essere costante. La vostra presenza qui assume un significato particolare. La disabilità è un concetto molto esteso. Dentro questo grande insieme, questo grande contenitore ci sono tante condizioni diverse e tante categorie, con le loro specifiche e complesse problematiche. Che vanno esaminate, affrontate e risolte, sempre tenendo conto della loro specificità. Occorre sempre rammentare che dietro l'espressione "persona con disabilità" vi è, appunto, una persona, che parte da condizioni svantaggiate, ma che non può essere destinatario di minor considerazione perché necessita di sostegno, al contrario gli va rivolta maggior attenzione. L'inclusione, il sostegno, il supporto non sono soltanto dei vostri diritti, di cui sollecitare con forza il rispetto. Costituiscono anche uno specifico dovere di uno Stato moderno e democratico. La nostra Costituzione, in particolare, prevede e richiede un ruolo attivo dello Stato nel favorire un'eguaglianza sostanziale, e non soltanto nominale o formale tra i cittadini: l'articolo 3 affida alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, di ogni persona umana. Non sempre - lo sappiamo bene - ci siamo riusciti. A una legislazione molto avanzata nel nostro Paese non ha fatto sempre seguito l'attuazione di politiche adeguate, anche a causa della costante carenza di risorse finanziarie. La vostra vita quotidiana è irta di ostacoli materiali e culturali, è contrassegnata dalle difficoltà. Voi non vi siete arresi. Avete sollecitato con forza il rispetto dei vostri diritti, ma anche manifestato la vostra volontà di contribuire alla crescita civile e sociale del nostro Paese. Poc'anzi alla Camera dei Deputati nella cerimonia che si è svolta per questa Giornata un ragazzo portatore di disabilità, sordo dalla nascita, nel suo intervento ha detto: vogliamo ascolto e vogliamo poterci esprimere come individui e come cittadini. Entrambe le dimensioni, di individui e di cittadini, vanno raccolte e vanno assicurate nella loro realizzazione. Occorre ripartire da qui, dalle speranze suscitate e dalle carenze registrate. Dobbiamo portare a compimento, insieme, un cambiamento cominciato ormai parecchi anni fa: le persone con disabilità non devono essere solo i destinatari delle politiche di sostegno a loro dedicate. Devono essere e diventare davvero soggetti attivi, delle decisioni legislative e amministrative che li riguardano. Perché non c'è nessuno che possa conoscere e rappresentare i problemi di una categoria di persone meglio di chi questi problemi li vive giorno dopo giorno. Sapete bene, sapete meglio di me che una piena inclusione delle persone con disabilità visiva passa attraverso alcuni nodi centrali. Sono essenziali, in particolare, i temi dell'istruzione, del lavoro e della prevenzione. L'istruzione è strumento, fondamentale, di integrazione, che deve essere messo in opera fin dalla prima infanzia. Purtroppo, ci sono ancora - lo so bene - molte barriere per una piena fruizione della didattica: basta pensare all'accesso alle aule, alla scarsezza di audiolibri o di libri in Braille, alle lavagne e così via. Il lavoro è lo strumento fondamentale: rende autonomi, consente di vivere un'esistenza libera e dignitosa e di realizzare le proprie aspirazioni. Il lavoro permette di superare lo stato di povertà, pericolo incombente per molti non vedenti e ipovedenti. Le nuove tecnologie, i supporti informatici, offrono oggi enormi opportunità. Su questo è necessario investire chiamando a raccolta le intelligenze del Paese: la strada per il superamento delle barriere passa, infatti, necessariamente anche da questi nuovi strumenti. Il diritto al lavoro è riconosciuto e tutelato dalla nostra Costituzione. E' quindi compito delle istituzioni renderlo effettivo anche per coloro che presentano capacità lavorative ridotte o diverse. Per crescere davvero, e non soltanto dal punto di vista economico, abbiamo bisogno del lavoro e del contributo di tutti, come individui e come cittadini. Di grande rilievo è il tema della ricerca e della prevenzione. Le statistiche ci dicono che quasi l'80% delle minorazioni della vista possono essere curate o prevenute. Non ci deve stancare mai di sottolineare quanto importanti siano, per il nostro Paese, gli investimenti per la ricerca. Una ricerca che deve anche riguardare le malattie visive, insieme alle altre. Allo stesso tempo devono essere impegnate tutte le possibili energie per la prevenzione e la diagnosi precoce. Con un'efficace campagna di informazione, che promuova la possibilità per tutti, penso soprattutto ai meno abbienti, di accedere, con facilità, a visite e a controlli oftalmici. Si tratta di un obiettivo che è possibile realizzare appieno in tempi ragionevolmente brevi. Le istituzioni devono aiutarvi anche per garantirvi altri diritti fondamentali, compreso quello alla fruizione della cultura e dell'arte che, senza sostegni adeguati, vi sarebbe negato. Tutto questo riguarda le istituzioni che, a partire dai livelli locali, devono impegnarsi a fondo. Ho ascoltato con attenzione l'indicazione di alcuni problemi poc'anzi evidenziati e assicuro il mio impegno per seguirne la risoluzione. Accanto, però, al ruolo delle Istituzioni vi è un'altra esigenza molto importante. Vi è anche un bisogno molto grande di indurre i nostri concittadini cominciando dai giovani, a un approccio diverso da quello che abitualmente si riscontra nei vostri confronti, nei confronti di tutte le persone con disabilità. Servono attenzione, sensibilità, rispetto. Per chi non vede o per chi cammina grazie a una carrozzella, un'automobile parcheggiata sulle strisce pedonali, o davanti agli scivoli, un rifiuto ingombrante lasciato sul marciapiede, un semaforo che non funziona, un ascensore guasto diventano un ostacolo o una barriera insormontabili. Vorrei dirvi, per questo, che non c'è cecità peggiore di chi chiude gli occhi di fronte alle difficoltà degli altri. Di chi si sottrae al dovere, elementare, di rendersi conto e farsi carico dei problemi degli altri. Chi invece mostra un sincero atteggiamento di solidarietà e di premura verso chi è in difficoltà, avverte gratificazione. Aiutare gli altri, più che un dovere, è un arricchimento della propria vita. Vorrei sottolineare anch'io - come ha detto poc'anzi Francesco e lo ringrazio - siamo tutti gli stessi. E' questa una definizione che andrebbe costantemente ripetuta, sottolineata e posta in evidenza".