L'inclusione non ammette ripensamenti - UICIPR

Foto di una bambina di spalle che alza una mano in classe

Anche l'UICI di Parma esprime sconcerto e riprovazione per le dichiarazioni inqualificabili, assurde e inaccettabili espresse dal Generale Roberto Vannacci, che propone classi separate a scuola per le persone disabili. L'ignoranza non ha limiti. Il generale dovrebbe forse limitarsi a trattare di questioni che conosce e lasciare le tematiche riguardanti la disabilita' alle Associazioni e alle Istituzioni competenti, e alle persone, che quotidianamente vivono la condizione di disabile. Pensavamo che l'inclusione e l'integrazione dei disabili fosse entrata nella nostra cultura, nel comune sentire e nella nostra tradizione, invece ancora una volta ci accorgiamo che vi sono persone che propugnano la discriminazione, la ghettizzazione e la segregazione.

"Le parole di Vannacci sulle classi separate per studenti disabili sono offensive per migliaia di famiglie. Il generale propaganda una ghettizzazione disumana dei bambini, in contrasto con i valori più profondi della nostra Costituzione e con la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, che impegna a una partecipazione paritaria delle persone con disabilità nella società e nella scuola.
Eppure purtroppo rischiamo di ritrovarci il generale al Parlamento Europeo.

Guido Schianchi, Presidente UICI di Parma

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Di seguito il comunicato del Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto.

L'INCLUSIONE NON AMMETTE RIPENSAMENTI

Una presa di posizione stimolata dalle dichiarazioni improvvide, incompetenti e inqualificabili di un tale Vannacci Roberto, già Generale, oggi forse in marcia verso il Parlamento di Bruxelles.
Un "personaggio in cerca di autore" che ha inteso prendersi la libertà di compiere una incursione in un mondo del quale non conosce nemmeno i confini più remoti, i valori più autentici, gli obiettivi più qualificanti, le speranze più vive e le aspettative più elevate.

La mia storia personale e politica si intreccia con oltre mezzo secolo di Storia dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, da più di cento anni portatrice dei valori di civiltà e cittadinanza che hanno caratterizzato il nostro impegno di ieri, di oggi e di sempre.

Come Presidente di una delle principali associazioni della disabilità; come cittadino italiano ed europeo; come semplice essere umano; respingo le esternazioni sconsiderate riferite al signor Vannacci e invito i cittadini, i politici e le istituzioni a tenersi debitamente a distanza da teorie e semplificazioni che rischiano di evocare le peggiori immagini di un passato già sconfitto dalla Storia e dalla determinazione ferrea delle associazioni rappresentative della disabilità.

Secondo il principio irrinunciabile di collegialità di gestione che regola ogni aspetto della vita associativa dell'Unione, quanto prima porterò il tema delle elezioni europee all'esame della Direzione nazionale, per definire e attuare, tutti insieme, le strategie più efficaci a dare visibilità e forza alla nostra presenza nella campagna elettorale appena cominciata.

Mario Barbuto
Presidente nazionale Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti