Progetto "Andiam per mare, occhio alla ciurma"

Progetti  "Andiam per mare, occhio alla ciurma"

Lo sport in generale, così come l'attività ludica, ha un ruolo molto importante, soprattutto se praticato in gruppo. Per il minorato della vista, assume valenza maggiore poichè aiuta a superare l'isolamento a cui spesso è portato ed acquisire una maggiore sicurezza in se e nelle proprie capacità.

È fondamentale però che la persona non vedente prima di intraprendere una qualunque attività sportiva abbia superato almeno in parte la paura del vuoto e dello spazio. Nella vela, compito dell'istruttore sarà in primo luogo far conoscere gli ambienti in cui si svolgerà l'attività e solo in seguito potrà procedere come per un chiunque altro, senza però dimenticare che per un non vedente le improvvisazioni possono creare disorientamento.

Attraverso insegnanti qualificati l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione provinciale di Rimini vuole organizzare corsi di vela su due livelli entrambi della durata di una settimana che consistono in una parte teorica ed una pratica. Già al termine del primo corso il non vedente e l'ipovedente sarà in grado di condurre una barca a vela sia nel ruolo di timoniere che di prodiere. In barca, la mancanza di un senso importante come la vista, quindi l'impossibilità di prendere dei punti di riferimento, molto importanti in navigazione, o semplicemente intervenire nell'immediato per il semplice virare o strambare ha fatto sì che l'associazione studiasse e progettasse particolari metodi e strumenti che potessero in qualche modo compensare questo handicap.

Per la parte teorica vengono utilizzate: dispense in Braille, modellini di barche in scala poichè bisogna ricordare che il non vedente dalla nascita non può avere l'idea di come è una barca a vela nel suo insieme, inoltre tavoloni allestiti con tutti gli oggetti che compongono una barca come winch, strozzatori e scotte.

Le lezioni pratiche vengono fatte su piccoli cabinati con la presenza a bordo di un istruttore che interviene solo in caso di estrema necessità.

La mancanza per un non vedente di punti di riferimento visivi ha portato alla realizzazione di strumenti come boe per delimitare il campo di regata e particolari dispositivi posti sulle barche che emettono suoni ben distinti tra loro.

Per  rendere più sicura la navigazione vorremmo dotare la nostra imbarcazione di uno strumento computerizzato di navigazione satellitare, un particolare GPS dotato di sintesi vocale che grazie al possibile inserimento delle carte nautiche è in grado di tracciare una rotta da un punto A a un punto B e di segnalare la presenza di ostacoli fissi.

Gli ostacoli mobili invece vengono individuati da una sorta di radar situato sulla prua della barca, che indica con sufficiente anticipo distanza e direzione da cui proviene l'ostacolo.

Questa tecnologia seppur molto innovativa, non è ancora in grado di superare i problemi relativi alle precedenze che potrebbero essere superati da regolamenti che impongono la precedenza alle barche a vela ovunque.

 

CONCLUSIONI

La vela dunque non è solo svago e divertimento ma può essere un mezzo per acquisire sicurezza e accrescere il proprio livello di autostima, infatti per la prima volta, il minorato visivo ha la possibilità di governare in maniera autonoma un mezzo.

Infatti non tutte le persone con disabilità si avvicinano a questo sport per scopi terapeutici. Molti praticano sport per solo piacere, per mantenersi in forma, o per conoscere gente e stringere nuove amicizie, esattamente come chiunque altro.