Visita alla mostra "Le arti al tempo dell'esilio"

Visita alla Mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio” presso la Chiesa di San Romualdo e al Museo di Dante

Sabato 05-06-2021 ha avuto luogo una visita guidata alla Mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio” presso alla Chiesa di San Romualdo e al Museo di Dante, organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Ravenna, in occasione dei 700 anni dalla morte del sommo poeta; all’evento ha partecipato anche il Presidente Regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Marco Trombini.

La prima parte della visita ha riguardato la chiesa sconsacrata di San Romualdo, adiacente alla Biblioteca Classense, in via Baccarini. All’interno della Chiesa, per questa occasione adibita a museo, si trovano degli importanti dipinti di pittori contemporanei di Dante, in particolare Giotto e Cimabue, che, con ogni probabilità egli conobbe di persona. Com’è noto, intorno al 1300, la popolazione era divisa in Guelfi e Ghibellini: i primi parteggiavano per il papa, i secondi per l’imperatore. I Guelfi, a loro volta, erano divisi in neri, più integralisti che assegnavano al papa un potere assoluto, bianchi che riconoscevano anche il potere imperiale, Dante apparteneva a quest’ultimi. Il poeta era ostile al papa dell’epoca, Bonifacio VIII, che giudicava assolutista e corrotto, inoltre attribuiva grande importanza all’imperatore, nel governo del Sacro Romano Impero. Per questo motivo fu condannato ingiustamente a morte, con accuse false e infamanti a Firenze, dove aveva ricoperto l’importante carica di Priore. Tale condanna fu promulgata nel 1302, mentre Dante si trovava a Roma, dove era andato a trovare proprio Bonifacio VIII. Per questo motivo il poeta colloca papa Bonifacio VIII all’inferno, tra i simoniaci ancora prima della sua morte.

La condanna a morte costrinse Dante a non fare più ritorno a Firenze e a trascorrere tutta la vita in esilio, ospite di famiglie nobili che gli furono amiche. Visse così ad Arezzo, ospite degli Ubertini, a Forlì, ospite degli Ordelaffi, a Verona , dove fu ospite degli Scaligeri, a Bologna, a Padova, dove probabilmente vide i lavori della Cappella degli Scrovegni, mentre era decorata da Giotto. Poi visse a Pisa e a Lucca, quindi, negli ultimi anni della sua vita, a Ravenna, ospite di Guido da Polenta. Durante l’esilio Dante scrisse la Divina Commedia e altre opere come il Convivio, il De monarchia, esercitò la professione di insegnante e di ambasciatore. Morì a Ravenna la notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, all’età di 56 anni, i suoi funerali furono celebrati nella chiesa di San Francesco, le sue spoglie riposano nel centro di Ravenna in una tomba fatta appositamente costruire dall’architetto Camillo Morigia, nel 1780.

Tornando ai dipinti che abbiamo potuto “vedere” vi sono delle Madonne con bambino di Giotto e Cimabue, dove si possono osservare segni di una pittura più espressiva e realistica rispetto ad altri pittori di quell’epoca. Poi vi è un quadro in cui Gesù tiene in mano un’icona della madre rivolta verso l’alto, con ai suoi piedi il corpo della Madonna, che simboleggia l’assunzione al cielo di Maria. Inoltre vi è un dipinto raffigurante San Francesco con le stimmate, anch’egli contemporaneo di Dante, che nella commedia fu collocato in Paradiso.

La giornata prosegue con la visita al Museo di Dante, presso il Chiostro Francescano adiacente alla tomba, dove è possibile ascoltare brani della Divina Commedia declamati da attori famosi e notizie storiche sul suo autore. La Divina Commedia è considerata universalmente una delle opere più importanti della letteratura mondiale. Dante scrisse la Commedia in volgare, che altro non era che l’italiano arcaico della sua epoca, mentre ancora tutti gli scritti di quel periodo erano in latino. Per questo e per le idee espresse in altre opere in cui preconizzava addirittura l’Unità d’Italia egli viene, a giusto titolo, giudicato il padre della lingua italiana e un patriota ante litteram.

La giornata si è conclusa con il pranzo presso un ristorante nel centro di Ravenna.

L’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo dai partecipanti, che hanno espresso vivo apprezzamento per l’esposizione della guida, che ha saputo mirabilmente trasferire la bellezza delle opere alla comprensione di coloro che non potevano goderne con gli occhi.

L’occasione ha suscitato grande gioia ed un’emozione incontenibile nei soci che finalmente hanno potuto incontrarsi di persona, dopo mesi di isolamento.

Ravenna 07-06-2021 Riccardo Satriano