La raccolta delle olive

(di Riccardo Satriano) 

È lunedì 19 ottobre, dopo le 9 del mattino ci ritroviamo presso un’azienda oleario - vinicola, nei pressi di Bertinoro, sulle colline forlivesi. Siamo una decina di persone tra non vedenti e accompagnatori dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della provincia di Ravenna. Si tratta di un’iniziativa organizzata da Roberto Laghi, responsabile della sezione sport e tempo libero. È una occasione per ritrovarci tra di noi e per passare insieme una mezza giornata, impegnandoci in un’attività particolare in un ambiente ameno, in collina, tra gli ulivi. Ognuno ha raggiunto la località coi propri mezzi, con le auto, in piccoli gruppi. Giunti sul luogo, a circa 40 chilometri da Ravenna, raggiungiamo la fattoria, dove veniamo accolti da Monica, titolare dell’azienda, che vive lì con la sua famiglia, composta da marito e due figli adolescenti. Il nostro gruppo è formato dalla presidente Antonietta Castaldini, dallo scrivente e dal nostro accompagnatore e autista. Monica ci fornisce degli stivali per sostituire le nostre calzature e ci accompagna nell’oliveto accanto alla casa. Ci fornisce pure degli appositi cesti di vimini che si allacciano al collo e alle spalle, poggiando sul torace e sull’addome, dove riporre le olive. Sul luogo incontriamo Roberto Laghi col gruppo, che ci saluta e ci accoglie, per fortuna è una bella giornata di sole, ognuno di noi porta la mascherina e osserviamo il distanziamento visto il periodo. Monica ci posiziona vicino alle piante da cui raccogliere, così cominciamo a lavorare. Il terreno è erboso e umido, gli ulivi sono di piccola taglia, quindi, accostandosi ai rami, è possibile effettuare la raccolta. È un’esperienza singolare quella di sgranare i frutti dai rami e farli cadere negli appositi cesti. Si prova un senso di soddisfazione, un piacere connesso al contatto con la natura e con un albero ed un frutto che hanno tanta importanza per la nostra alimentazione e la nostra salute e che ricompensa dalla fatica. Riempito il cesto, questo viene svuotato in cassette. Le olive sono sane, integre, hanno una buona consistenza e certamente se ne ricaverà un buon olio. Mentre raccogliamo, chiacchieriamo tra di noi di argomenti vari, godendo per aver ritrovato amici e conoscenti. Alla mezza ci fermiamo per il pasto, una colazione al sacco che ognuno di noi si è portato da casa. Monica ci offre una bottiglia di Sangiovese ed una di cagnina di sua produzione, assaggiamo anche una fetta di ciambellone preparato da Roberto. Poi ricominciamo a lavorare. Il nostro gruppo si deve accomiatare nel primo pomeriggio per rientrare a Ravenna. Trovo che sia stata un’iniziativa interessante e riuscita, che ci ha consentito di riunirci tra di noi, di trascorrere alcune ore in collina, all’aria aperta e di fare una nuova esperienza.