Gita ad Arezzo

Gita ad Arezzo

E’ sabato 3 ottobre, alle 6,30 del mattino, partiamo per Arezzo, siamo un piccolo gruppo di coraggiosi tra non vedenti e accompagnatori dell’Unione dei Ciechi e degli Ipovedenti della provincia di Ravenna. Siamo preoccupati perché le previsioni meteo danno piogge e rovesci sulla nostra destinazione. Il viaggio procede regolarmente tra le nostre chiacchiere, mentre sediamo debitamente distanziati e forniti di mascherine visto il periodo di pandemia che purtroppo il mondo sta attraversando. Quando il nostro pullman si ferma nell’apposita zona di sosta, per fortuna la pioggia diminuisce notevolmente di intensità, così possiamo scendere dalla corriera.

Intanto ci ha raggiunto la nostra guida, una donna piccola di statura, ma gentile e competente, di nome Dina.

Ci incamminiamo nel centro della città a coppie, sotto gli ombrelli.

Arezzo si trova in collina, a circa 300 metri di altezza e conta 98.000 abitanti, è pulita e ben tenuta, le strade sono fiancheggiate da antichi palazzi in pietra arenaria. Conserva un aspetto medievaleggiante, vi sono ancora le mura medicee, alte e ben conservate, fatte erigere nel 500 da Cosimo primo de’ Medici, al loro interno sono visibili anche i resti delle mura di epoca trecentesca fatte costruire dal vescovo Guido Tarlati.

Raggiungiamo la chiesa di San Domenico, edificio in stile gotico che risale alla metà del 1200. All’interno non vi sono colonne, ma un unico ambiente a sottolineare lo stile semplice ed essenziale dei frati domenicani. In questa chiesa è conservato il famoso crocefisso ligneo del Cimabue. Questo è di notevoli dimensioni: 336 cm di altezza per 267 cm di larghezza. Si ispira ad un crocefisso antecedente di Giunta Pisano, conservato nella omonima basilica di Bologna.

Uscendo dalla chiesa di San Domenico ci accorgiamo che ha smesso di piovere e facciamo un breve tragitto per raggiungere la cattedrale, dedicata a San Donato, patrono di Arezzo. Questa si trova nel punto più rilevato della città. In stile gotico, è stata costruita tra il 1278 e il 1914. L’interno è vasto, presenta due file di colonne che dividono l’ambiente in tre navate. Nell’abside si trova un altare in marmo bianco decorato con archetti e pilastrini, dietro di esso vi è una porticina dove vengono tenute le reliquie di San Donato, conservate in un’arca marmorea, che vengono esposte al pubblico il giorno della festa del patrono, il 7 di agosto. Da ricordare che la chiesa conserva le spoglie del vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini, che comandò le truppe dei Ghibellini contro i Guelfi nella battaglia di Campaldino, presso Poppi, l’11 giugno 1289, vinta dai Guelfi, dove trovò la morte. Nella stessa battaglia combatté anche Dante Alighieri, schierato anch’egli coi Ghibellini.

La tappa successiva è Piazza Grande, per arrivarci attraversiamo strade e portici dove troviamo varie bancarelle dove sono esposti mobili di antiquariato. Trattasi di una fiera che si svolge il primo sabato di ogni mese, per la quale Arezzo è famosa in Italia. Purtroppo molte di queste bancarelle sono coperte con teli impermeabili per il recente temporale. Altre bancarelle, tra l’altro, espongono monili d’oro, infatti la città è famosa anche per la lavorazione orafa. Piazza Grande è di forma trapezoidale, ampia, si sviluppa in pendenza. Su questa piazza sono state girate alcune scene del film: “La vita è bella” di Roberto Benigni, anche lui aretino, come di Arezzo fu pure Francesco Petrarca. In città vi è la sua casa natale, dove oggi sono conservate le opere dello scrittore e un centro di studi.

A questo punto ci dirigiamo verso il ristorante, lungo il tragitto raggiungiamo Corso Italia, una lunga strada che taglia la città. Qui ci soffermiamo davanti alla Chiesa di Santa Maria della Pieve e Dina ci illustra l’esterno. L‘abside si affaccia su Piazza Grande, presenta numerose finestre, nella parte inferiore di questo vi è la cripta, che contiene la reliquia della testa di San Donato.

Al ristorante, seduti a tavola, ci prendiamo una pausa.

Nel pomeriggio completiamo la visita della città  recandoci alla Chiesa di San Francesco. Davanti a questa vi è la statua di Vittorio Fossombroni, altro importante personaggio aretino, nato nel 1754. Fu un matematico, ingegnere, economista e politico. Tra l’altro, si occupò della bonifica della vicina Valle Chianina.

La basilica di San Francesco fu costruita nel 1300, è in stile romanico, formata da un’unica navata e presenta delle cappelle sul lato destro, nell’ultima di queste, detta cappella Bacci, vi è una celeberrima serie di 12 affreschi di Piero della Francesca eseguiti tra il 1450 e il1465. In verità, i lavori di decorazione di questa cappella erano stati affidati inizialmente a Bicci di Lorenzo, maestro aretino, che si ammalò gravemente e morì poco dopo, così fu chiamato a continuare l’opera Piero della Francesca. Egli eseguì su tre pareti della cappella una serie di affreschi che narrano la vera storia della croce di Cristo, che va dalla genesi al 628, tratta dalla Bibbia e da una storia scritta dal vescovo ligure Jacopo da Varagine. Terminata la visita della chiesa, ci dirigiamo verso la corriera, sono le 16 circa. Qualcuno ricorda che nei pressi di Arezzo nacque anche Michelangelo. Ci imbarchiamo sulla corriera e partiamo verso le 16,30. Arriviamo a Ravenna intorno alle 19,30. Anche questa volta la gita è riuscita bene. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per la prossima.

Ravenna 8-10-2020,
Riccardo Satriano.

Nelle immagini, la chiesa di San Domenico
crocefisso ligneo del Cimabue
cattedrale, dedicata a San Donato
è Piazza Grande
Chiesa di Santa Maria della Pieve e Chiesa di San Francesco